La tazza dell’umanità

Così definisce il tè Kakuzo Okakura nel suo famoso saggio “Lo zen e la cerimonia del tè” scritto all’inzio del ‘900 e continua. Sino ad ora, stranamente, l’umanità ha trovato un  punto di incontro nella tazza di tè…”. Da pianta spontanea originaria delle foreste tropicali dell’Himalaya orientale, il tè ha viaggiato molto: è arrivato in tutti i continenti, ha mutato modalità di consumo passando dalla masticazione delle foglie, alla bollitura con erbe e spezie, alla polverizzazione fino all’attuale e universalmente utilizzata infusione delle foglie in acqua.

Il paradosso del tè è che, pur essendo la bevanda più consumata al mondo dopo  l’acqua, è al tempo stesso la più sconosciuta. Se ne ignorano le origini, la storia, i metodi di lavorazione, le migliaia di varietà esistenti, i riti e le cerimonie che lo vedono come protagonista. Nel nostro immaginario collettivo il tè è una bevanda calda scura addizionata di limone e zucchero, risultato, spesso gustativamente insignificante, dell’ammollo di una stropicciata bustina di foglie scure quasi polverizzate  in una tazza di acqua bollente.

La storia del tè si intreccia con la civiltà, con la storia di popoli interi e, come un fluido magico, unisce e accomuna da Est a Ovest e da Nord a Sud.

La sua forza, la sua diffusione, sono antecedenti all’imperialismo della pubblicità e malgrado una tendenza alla standardizzazione e all’uniformità voluta dalla grande distribuzione, il tè mantiene una grandissima varietà di gusti, di usi e di pratiche sociali.

“Il tè – scrive Dominique T. Pasqualini – è un fluido che circola ancora tra i vivi, che non è né una moneta né un narcotico e nemmeno una nuova coca-cola”.

Adattatosi ai ritmi e ai gusti dei vari popoli, il tè è da secoli una bevanda tonificante, salutare, lenta per sua natura, la bevanda dell’ospitalità, dell’offerta, della condivisione.

Miti, eventi storici, grandi trattati sul tè, celeberrimi maestri del tè, enormi interessi economici, sempre pià numerosi studi scientifici sulle sue proprietà salutari, tratteggiano un affresco immenso e interessantissimo. E la semplice degustazione di una tazza di buon tè è la sublimazione di tutti i sensi che, attenti, percepiscono le infinite sfumature di colore, il bouquet di profumi, le variegate forme delle foglie ma è anche la realizzazione di uno spazio mentale tranquillo.